Avete presente l'innamorato con la margherita? "M'ama, non m'ama, m'ama, non m'ama... ". Ecco, in giro ci sono molti innamorati delle licenze cc-nc, i quali, tutti i giorni, sfogliano la margherita: "E' commerciale, non è commerciale, è commerciale, non è commerciale... ".
E tutto questo accade per due righe di licenza che dicono: "primarily intended for or directed toward commercial advantage or private monetary compensation" (nella versione italiana: "prevalentemente intesa o diretta a perseguire un vantaggio commerciale o un compenso monetario privato").
Siccome le licenze cc riportano, leggermente modificati, alcuni pezzi di codice USA, speravo che i loro redattori avessero copiato e incollato anche la definizione di "non commerciale" (in tal caso avremmo avuto un riferimento normativo chiaro), invece sembra che la definizione sia "originale".
Tuttavia, abbiamo a nostra disposizione una sorta di "interpretazione autentica": negli "appunti di lavoro" di cc.it, infatti, si affermano due cose (tra loro correlate): 1. la nozione di "fine di lucro" ex LdA è più ampia di quella di sfruttamento commerciale così come descritta nelle licenze cc; 2. lo scopo di lucro indiretto (si fa l'esempio del fine promozionale) è compatibile con una licenza cc-nc.
Come sapete, il lucro è una species del genus profitto. A sua volta il lucro può essere diretto o indiretto, a seconda che, rispettivamente, vi sia o non vi sia un compenso monetario (per citare la stessa cc-nc).
Secondo l'"interpetazione autentica", quindi, l'ambito del non commerciale è da limitarsi allo scopo di lucro e, più precisamente, allo scopo di lucro diretto.
Questa interpetazione mi sembra assai logica e coerente in quanto, nel testo della licenza cc-nc si usa l'avverbio "prevalentemente". Ragionando ab contrariis, dobbiamo chiederci: che differenza c'è tra fine prevalentemente commerciale e fine non prevalentemente commerciale? La risposta è semplice: la differenza è la stessa differenza che intercorre tra scopo di lucro diretto e scopo di lucro indiretto.
Se così non fosse, ci troveremmo davanti all'impossibilità di fatto di utilizzare una licenza cc-nc, perché qualsiasi opera pubblicata su Internet può recare (quasi automaticamente) un profitto o uno scopo di lucro indiretto a chi la utilizza (su un blog, ad esempio).
Quindi, il mio invito è quello di smettere di sfogliare la "margherita" o comunque - nel dubbio (perché, se non accettate questa interpretazione, restate pur sempre nel dubbio) - di tenere sempre ben presente l'ipotesi più scomoda: evitate di rilasciare con licenza cc le vostre opere se non volete che altri le utilizzino per farsi pubblicità o, più genericamente, per profittarne.
Questo è il mio ultimo post sul trito e ritrito argomento. Adesso ricominciate pure a sfogliare la margherita.
Commentavo poco fa con Gennaro il rifiuto di YouTube. E' incredibile: non siamo padroni nemmeno dei nostri pensieri perché violiamo il copyright del media che ci offre il mezzo per esprimerli. Arriveranno ad impedire anche ai ragazzini di caricare i video che fanno con i telefonini per violazione del copyright del produttore dei telefonini medesimi. E' allucinante.
Ieri sera Gennaro è andato in trasmissione da Roberto. La puntata verteva sulla contraffazione. Ero curioso di vedere quale sarebbe stato l'approccio tra due soggetti assolutamente diversi, con i quali, tra l'altro, proprio ieri pomeriggio ho parlato al telefono (Roberto mi chiedeva informazioni su Gennaro, Gennaro mi chiedeva di forwardare la notizia della sua apparizione televisiva su alcune mailing list... ). Ho promesso a Gennaro che l'avrei "sparato" su YouTube. Ogni promessa è un debito: ecco a voi tutto Francione minuto per minuto (su Google Video: YouTube ha respinto il video per violazione di copyright).
Charlie McCreevy (in foto eloquente) propone l'estensione dei diritti connessi (da 50 a 95 anni) in quanto i poveri turnisti che hanno inciso 50 anni fa non possono percepire più quella che per loro è una sorta di "pensione".
Motivazione ridicola: 1. Se non percepiscono più compensi, significa che hanno inciso per l'ultima volta 50 anni fa: dunque non potevano essere giovani (a quest'ora saranno morti e sepolti)! 2. 95 anni sono un'esagerazione anche ipotizzando una registrazione effettuata da parte di un bambino!
Però le case discografiche possono essere molto più longeve degli esseri umani, vero Charlie? Ho capito: la proposta te l'hanno dettata le solite 4 multinazionali e le motivazioni le hai trovate tu.
Oggi, sulla lista softwarelibero.it qualcuno si è posto il problema dell'applicazione del verbatim copying: È consentita la copia letterale e la distribuzione con qualsiasi mezzo, a condizione che questa nota sia riprodotta. La copia deve essere integrale? Deve essere integrale in ogni caso? E' esente da royalties? Implica il mantenimento delle caratteristiche di formattazione, della grafica ecc. ?
Dubbi legittimi.
Allora, tenendo anche conto della nuova formula proposta da FSF, ho proposto e consiglio: Fatte salve le libere utilizzazioni ai sensi di legge, la copia letterale e la distribuzione di questo articolo nella sua integrità testuale sono permesse con qualsiasi mezzo, gratuitamente, a condizione che questa nota sia riprodotta.
DRM e Trusted Computing: sembrano fatti l'uno per l'altro... è così?
ROSSATO: Trusted computing e DRM, o quella forma di DRM che usa il TC - non ad esempio il rootkit di Sony -, nascono dalla mente della stessa persona (Mark Stefik), nello stesso luogo e nello stesso tempo. Vi sono tutti gli elementi per una tragedia perfetta, direi. Ma forse si tratta solo di una fortunata coincidenza.
Un caro saluto a Christian (e a Francesca) - persona amabilissima, con la quale mi sono fatto una lunga e piacevole chiacchierata (in prospettiva della puntata su Copyzero) - accompagnato dalla speranza di ritrovarci un giorno a chiacchiarare in prospettiva di uno spettacolo teatrale sulla (così detta) proprietà intellettuale.