mercoledì, ottobre 29, 2014

Soundreef vs SIAE: nessuna vittoria perché non c'è stata partita

Soundreef vs SIAE, nessuna vittoria perché non c'è stata partita: questo è quanto si evince dal comunicato che il Direttore Generale di SIAEGaetano Blandini, ha affidato ad AdnKronos.

Negli ultimi giorni è circolata molto diffusamente sul web la notizia della sconfitta del monopolio SIAE in nome della libera concorrenza che la normativa europea tenderebbe ad attuare sul mercato.

Ma dalle parole del suddetto Direttore sembrerebbe doversi affermare il contrario.

Passiamo quindi in rassegna le parole del Blandini e poniamoci qualche doveroso interrogativo:

Con riguardo all'operazione mediatica intrapresa da e su Soundreef Limited e relativa alla strumentalizzazione di una ordinanza del Tribunale di Milano (che peraltro non riguarda Siae che non era parte del giudizio), Siae stessa ritiene utile chiarire alcuni aspetti fondamentali. Il primo: l'ordinanza sopra citata è stata emessa in ragione della espressa circostanza che Soundreef ‘sostiene di non svolgere in Italia alcuna attività di intermediazione’.

Scusate, ma allora di cosa stiamo parlando? Se SIAE non era parte in causa e Soundreef ha sin da subito dichiarato di non svolgere in Italia alcuna attività di intermediazione, perché dovremmo parlare di una crepa nel monopolio SIAE? È come esultare per avere vinto una partita che non è mai stata giocata. Il Blandini riduce il tutto ad una mera strumentalizzazione a scopi pubblicitari e sensazionalistici.

Il secondo: ove non fosse vero il presupposto indicato dall'ordinanza, l'operato di Soundreef risulterebbe per certo illegittimo anche alla luce della Direttiva 2014/26/UE.

Ma come? Su Internet troviamo articoli su articoli che parlano di un collasso della "cattiva" legge italiana innanzi alla "buona" normativa europea, e il Direttore Generale di SIAE se ne viene fuori con questa notizia?

Il terzo: la direttiva non vieta in alcun modo né è incompatibile con il ruolo esclusivista della Siae; quest'ultima, pertanto, resta ferma nello svolgimento delle attività affidatele dalla vigente legge sul diritto d'autore.

Si resta veramente basiti e rattristati.

Il quarto: secondo la Direttiva gli ‘organismi’ deputati alle attività di raccolta (preso gli utenti) e ripartizione (in favore dei titolari del diritto) dei proventi derivanti dalle licenze di diritto d'autore dovranno obbligatoriamente avere la forma a ‘base associativa’ tipica proprio della Siae; non invece assetti privi di trasparenza (o peggio estero vestiti), né ancora scopo di lucro (cioè quello di procurare utili ai soci di capitale e non la ripartizione di tali utili ai titolari del diritto d’ autore).

Va bene, Blandini, abbiamo capito che Ella conosce la Direttiva de qua, ma ci sembra di scorgere delle allusioni molto pesanti: sta forse dicendo che Soundreef non sono altro che i soliti italiani furbetti e mangiaspaghetti che creano società all'estero per aggirare la legge italiana e che anziché fare i pieni interessi dei loro clienti si attaccano come delle sanguisughe ai loro compensi? Non so, se così fosse, la troverei veramente una considerazione di basso livello. Abbia pazienza, ma ci sono molti iscritti a SIAE che i compensi non li hanno percepiti mai.

Il quinto: la Direttiva  che non tende in alcun modo alla polverizzazione del diritto d'autore bensì al suo rafforzamento  si preoccupa di facilitare il mercato attraverso la regolamentazione delle licenze multiterritoriali per musica on line (rilascio di licenze che abbiano valenza in più paesi europei); attività, quest'ultima, già ampiamente avviata dalla Siae in anticipo rispetto al futuro recepimento della Direttiva.
Siae, dunque, tutelerà le proprie ragioni – e quelle dei propri associati – nei confronti di tutti quei soggetti che dovessero svolgere attività in contrasto con le attuali disposizioni di legge ovvero in contrasto con la stessa Direttiva.

Ma insomma! Qui sembra tutto capovolto, dove sta la verità? E cosa dobbiamo aspettarci adesso? Una denuncia nei confronti di chi? Di qualche società di furbetti mangiaspaghetti? Chi vivrà vedrà.

mercoledì, ottobre 01, 2014

A Firenze concerti con semplice autocertificazione (inutile)

Di Giorgi: "Mi impegno, inoltre, a far sì che nell'ambito dell’opera di semplificazione avviata dal Governo, si proceda anche alla stesura a livello nazionale di moduli, da utilizzare on line, uguali in tutto il territorio, affinché l’autocertificazione prevista rappresenti un vero snellimento amministrativo".

Siamo veramente alla frutta: si sta cercando di sfondare una porta aperta! Tutto ciò è assurdo e rende veramente molto bene il concetto di giustizia che vige nel bel paese.

Non esiste alcun obbligo da parte del non iscritto che suona la propria musica di comunicare alcunché a SIAE, perché mai dovrebbe presentare un'autocertificazione?

Le solite "autoleggi" di SIAE, le solite speculazioni della politica: nulla di nuovo sotto il sole.

sabato, marzo 01, 2014

I link ad opere liberamente accessibili non violano il copyright

Non costituisce un atto di comunicazione al pubblico la messa a disposizione su un sito Internet di collegamenti cliccabili verso opere liberamente disponibili su un altro sito Internet.

Lo ha chiarito in questa sentenza la Corte di Giustizia dell'UE.

Google ringrazia. X-)

venerdì, febbraio 07, 2014

La Stampa al tempo della crisi


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Sorvolando sull'opportunità di rilasciare con licenza CC soltanto le singole pagine e non il numero intero, il divieto di riproduzione dei singoli articoli è una conseguenza del secondo comma dell'art. 38 LDA, che riserva al singolo collaboratore dell'opera collettiva il diritto di utilizzarla separatamente.

In realtà, l'art. 38 LDA diventa necessariamente un limite se ragioniamo col senno di poi, ma se ragioniamo col senno di prima, allora si scopre che uno stesso caporedattore de La Stampa, malgrado la sua volontà e le sue ripetute richieste di rilasciare i propri articoli con licenza CC, non ci è riuscito.

C'è chi imputa l'insuccesso alla crisi, che non consentirebbe di porre l'attenzione sul tema del diritto d'autore.

Tuttavia, secondo me, sarebbe meglio che La Stampa prima si chiarisse le idee sulla quantità di libertà che vuole concedere e poi passasse alla redazione di certe note legali (che a quanto pare non risentono della crisi): sarebbero certamente più comprensibili per gli utilizzatori.