martedì, luglio 31, 2007

Diritto d'autore: riforma in vista?

Il neo-presidente del Comitato Consultivo Permanente per il diritto d'autore, prof. Alberto Maria Gambino, ha disposto l'istituzione di due Commissioni speciali, l'una relativa al rapporto tra nuove tecnologie e proprietà intellettuale e l'altra per la revisione della legge sul diritto d'autore. Il Comitato per il diritto d'autore è l'autorità preposta alla normativa di aggiornamento del settore. Del Comitato fanno parte oltre che i rappresentanti di tutte le amministrazioni coinvolte, anche rappresentanti del mondo industriale, degli autori ed editori e dei lavoratori dello spettacolo [1].

[1] SIAE & C.


Alcuni stralci interressanti dal
discorso di Gambino (o quantomeno le parti non fuffose):

"Non converrà dunque seguire un “approccio particolaristico” che finisce con il coincidere con un compromesso con gruppi di pressione, ma piuttosto si tratterà di ricondurre anche questo specifico statuto della proprietà ad un’interpretazione sistematica."

Quindi non si accettano pressioni di gruppi però nel Comitato ci sono solo quelli della SIAE e non la loro controparte.


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Serve pertanto, a priori, un cadenzato confronto con operatori di settore, giuristi, utenti, in modo da rendere il dettato normativo intelligibile, facilmente applicabile e portatore di un chiaro indirizzo precettivo e sanzionatorio."

Pertanto l'utente dovrebbe essere sentito, però solo come destinatario di precetti e sanzioni. Di diritti non se ne parla nemmeno.


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In particolare sarà necessario garantire una tutela piena (con eventuali adattamenti al caso specifico) ad una serie di “nuovi beni” (quale è, ad esempio, il c.d. "right of publicity" di chiara matrice anglosassone e che rappresenta la commercializzazione del bene immagine), che – in quanto beni oggetto di diritti - andranno garantiti da indebite appropriazioni altrui."

Ecco, Wikipedia docet. Andiamo bene...


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Bisognerà sviluppare ulteriormente la disciplina per il software, considerato opera letteraria, per le banche dati ed in genere per le opere multimediali."

Enforcement dietro l'angolo.


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Non è poi ulteriormente procrastinabile l’individuazione di una tutela per il format televisivo, oggetto di un mercato di notevole rilevanza economica."

Ma certo, non sia mai detto che qualcuno possa mettere tranquillo qualche trasmissione pagata col canone su
YouTube.

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Altro aspetto della legge sul diritto di autore che richiede una riflessione riguarda le libere utilizzazioni per scopi didattici e di diffusione della cultura – anche alla luce del dettato Costituzionale e dei principi Comunitari – che dovranno essere innovate nel segno di una maggiore apertura agli istituti didattici e con particolare riguardo a quegli Enti privi di risorse e dislocati in aree disagiate del Paese."

E che c'entra? Le libere utilizzazioni devono essere tali indipendentemente dalle aree e dalle risorse!


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Ancora, bisognerà con sempre maggior impegno, utilizzando le nuove tecnologie, creare strumenti che permettano l’accessibilità piena, a favore dei soggetti con disabilità, alle opere dell’ingegno e quindi alla cultura (e di questo va dato atto al Ministro di essersi già sintonizzato con alcune prime iniziative legislative e amministrative)."

L'accessiblità o c'è o non c'è: che significa "piena"? E che c'entra l'accessibilità con le opere dell'ingegno? L'accessibilità è universale! Se poi il magnanimo riferimento è a
internetculturale.it, dio ci salvi!

Sarà, inoltre, opportuno segnalare strumenti normativi che possano incentivare l’industria delle fiction e dell’audiovisivo in genere, eventualmente anche prevedendo agevolazioni fiscali."

Ah, bene: questa ci mancava... non ci è bastato Urbani col foraggiamento alla sua amichetta cineasta, adesso ci sono nuove bocche del mondo delle fiction in attesa della poppata.


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Sarà altresì necessario offrire un espresso riconoscimento della tutela delle coreografie sgombrando il campo dalle incertezze giuridiche attuali dovute anche al ritardo con cui le opere coreografiche sono entrate a far parte della tutela di cui alla Legge n. 633/41."

E sì, dopo il riferimento alle fiction mi stavo giusto chiedendo se gli sculettamenti delle veline fossero sufficientemente tutelati.


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Parimenti andranno tutelate le opere dell’ingegno relative ad un importante settore dell’arte italiana, cioè i costumi di scena."

Ma certo, non sia mai che qualcuno faccia una foto a teatro!


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E' certamente un bel programma!"

Eh, se te lo dici da solo!


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Un cenno da ultimo, ma non certo per importanza, al sistema di enforcement."

Avevo un vaghissimo sentore, sai?


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Occorre rafforzare la certezza del diritto, identificando i beni giuridici fondamentali che s’intende presidiare e chiarendo i termini e i modi dell’applicazione dei mezzi giuridici posti a tutela di quei beni. In questa prospettiva, bisogna riflettere, da un lato, sull’ambito delle eccezioni al diritto d’autore, gli spazi delle utilizzazioni libere, dall’altro, con riferimento alla “pirateria”, va approfondito se la soluzione consista davvero – si passi l’espressione ormai celebre – “nell’utilizzare il lucchetto”."

Introdurre il tema delle libere utilizzazioni parlando di enforcement fa tremare i polsi: il lucchetto non serve a nulla, è noto, dunque non resta che aumentare le pene (o c'è forse qualcuno nel Comitato che dirà di legalizzare in toto il p2p?).


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Il tutto incentrato sulla necessaria convinzione che solo una tutela piena della proprietà intellettuale che sappia al contempo recepire e non frenare le spinte delle nuove tecnologie potrà garantire protezione ai beni frutto dell’ingegno umano ed ai loro autori, per lo sviluppo della cultura nel nostro Paese."

Il tutto condito di cacca, insomma. Buon appetito a tutti.
Ora son certo che qualcuno dirà: ma no, ma guarda che non devi interpretare le cose così, Gambino vuole mediare, vuole un compromesso tra le nostre istanze e quelle delle multinazionali (non senti che dice di non frenare le spinte delle nuove tecnologie?) . E' per noi un'ottima occasione per realizzare almeno in parte i nostri ideali di libertà: adesso vediamo di farci convocare e poi vedrai che voltiamo pagina.

Va bene. Fatevi convocare.


Io alla Befana non ci credo più. Anche perché non c'è nulla di sostanziale che noi possiamo fare a
livello nazionale, nemmeno se fossimo parlamentari o gli stessi membri di queste commissioni. Possiamo cambiare qualche dettaglio, ma la sostanza è tecnicamente immodificabile a livello nazionale. I cambiamenti che vogliamo devono nascere a livello internazionale: campa cavallo! Sono giunto alla conclusione che o ci liberiamo da soli o nessuno ci libererà mai. Discutere con certe persone (magari anche intellettualmente oneste, non sto dicendo che chi gestisce il potere sia necessariamente un disonesto), per quanto mi riguarda, è tempo perso. La pirateria non accetta compromessi: o è pirateria o non lo è. L'unica cosa che temono i nostri amministratori è perdere il controllo: se parlano di pirateria è perché la pirateria non si è mai messa a tavolino con loro! E' perché la pirateria non ha mai accettato compromessi! La pirateria non tratta! E per questo vince. Ed è per questo e soltanto per questo che loro cercano nuove soluzioni, nuovi compromessi. Io lascio correre il pesce: inaspriscano le pene, coprendosi di ridicolo, oppure ufficializzino la sconfitta accettando la disfatta nella misura in cui, tecnicamente, possono accettarla. C'è bisogno di discutere con gli utenti? Il pirata scarica di tutto e il suo scaricare vale più di 1000 parole (in realtà molte meno, perché il tempo dato ad ogni "esterno" è minimo) in commissione. Questa è la base oggettiva. Dopodiché siamo abbastanza intelligenti per organizzare attività legali di liberazione. E le energie vanno impiegate lì, nel creare sistemi alternativi a quelli offerti dallo Stato e dagli organismi di intermediazione: chi segue questo blog credo che abbia già un quadro sufficientemente chiaro su quello che è stato fatto e su quello che possiamo e dobbiamo fare. Tutto il resto, sempre a mio modesto parere, è noise.

giovedì, luglio 26, 2007

Era un amministratore di Wikipedia il vandalo di Anarchopedia

Otrebor_81 è il nickname dell'insospettabile amministratore di Wikipedia Italia che negli ultimi mesi si è divertito a cancellare ripetutamente tutti gli articoli dell'Anarcopedia italiana.
La costante azione vandalica si caratterizzava, da una parte, per una spiccata propensione all'insulto, dall'altra, per il comportamento schizofrenico tipico del sockpuppet. Otrebor_81, infatti, era un contributore tranquillo, ma nelle vesti dell'utente Darkolo inseriva provocatoriamente contenuti off topic (tuttavia mai cancellati dagli altri contributori della libera e tollerante Anarchopedia: anzi, detti contenuti venivano regolarmente ripristinati dagli altri contributori dopo essere stati cancellati dallo stesso vandalo), nelle vesti di Pericle era un irriducibile distruttore, mentre nelle vesti dell'utente Vashi combatteva se stesso ripristinando parzialmente le pagine che poco prima aveva cancellato (grazie a questo stratagemma era riuscito ad ottenere, in qualità di Vashi, permessi speciali, che facevano del vandalo un problema tanto grave quanto apparentemente irrisolvibile).
Il vandalo era solito utilizzare proxy per rendere irreperibile il proprio ip, ma una traccia (relativa a Tele2) ha reso possibile capire, mediante checkuser, che dietro a Darkolo, Pericle, Vashi, Otrebor_81 ed altre utenze c'era la stessa persona: un vero professionista del trasformismo, capace di assumere, nella parola scritta, le personalità ed i caratteri più diversi.

Otrebor_81, contattato nella chat irc di Wikipedia Italia (i cui log sono conservati ma non pubblicati per rispettare la privacy del grande mietitore), dapprima ha giocato la carta dell'innocenza, poi, messo di fronte all'evidenza, ha confessato le sue malefatte, ma senza mai smettere di mentire, anzi, continuando a crearsi utenze fittizie al fine di spingere i membri di Anarchopedia a cancellare i messaggi che lo riguardavano e che associavano il suo stimato nickname a quello del vandalo.

Ma veniamo alle ragioni del vandalismo. Otrebor_81 sostiene di averlo fatto per noia (beh, sempre meglio del gettare sassi dal cavalcavia, su questo non ci piove). Tuttavia, vari membri di Anarchopedia ritengono che le ragioni siano da rinvenire nel tentativo di dimostrare che una wiki senza quella struttura gerarchica che caratterizza Wikipedia non potesse sopravvivere: l'inserire articoli che riguardavano tutto fuorché l'anarchismo aveva lo scopo di suscitare una reazione di intolleranza (a dispetto dei principi anarchici), che però non è mai avvenuta.
Allora ad Otrebor_81 non restava che mettere a ferro e fuoco la wiki per rendere palese l'impossibilità di una sua "gestione dal basso". Beh, certamente il problema c'è stato, ma il risultato finale è che oggi soltanto Otrebor_81 può dire di avere un problema, un problema che certamente non riguarda la sua carica di amministratore wikipediano (gli admin di Wikipedia, infatti, possono distruggere qualsiasi wiki purché non si tratti di wiki collegate a Wikimedia Foundation), ma il suo foro interno (quale esattamente?).

Un'ultima nota: con gli stessi proxy ip con cui Otrebor_81 massacrava Anarchopedia sono stati fatti, negli stessi giorni, anche vandalismi sulla Wikipedia italiana e sulla quella italiana soltanto. Un caso? Non lo so, certamente non sono fatti che possono riguardare Anarchopedia, che senza mutare il suo sistema di gestione collettiva sta dimostrando che un altro "mondo enciclopedico" è possibile.