sabato, gennaio 21, 2023

SIAE e Soundreef: la liberalizzazione che ti fa pagare due volte

Mi ero promesso di non tornarci sopra, ma non ho resistito: siamo giunti, come prevedibile, all'assurdo, un assurdo basato unicamente su un'irrinunciabile volontà di massimo profitto. 

In questo articolo Federalberghi, tra i principali pagatori di musica d'ambiente, segnala che: In questo momento gli hotel si vedono bussare alla "reception" sia gli agenti SIAE che quelli LEA/Soundreef per tariffe cumulate ben più alte di quanto pagato alla sola SIAE (in rappresentanza di emtrambi i cataloghi) in passato.

Praticamente, finché è durato l'accordo tra SIAE e LEA/Soundreef 1+1 faceva 2 mentre ora 1+1 fa 3, 4, 5...

Quella musichetta che passa in sottofondo quanto costerà ai pubblici esercenti? Organismi di intermediazione per la riscossione dei diritti d'autore e dei diritti connessi vanno proliferando in un mercato liberalizzato e liberticida, in cui si è liberi solo di pagare due, tre, quattro volte per una stessa canzoncina: si dice infatti (ma non ne sono affatto convinto) che non sia tecnicamente possibile sapere se il brano che passa in radio appartenga a iscritti di questo o di quell'intermediario.

Se l'AGCOM non fisserà una tariffa unica, riscossa dallo Stato e poi suddivisa anno per anno in base al peso dei singoli intermediari (anch'esso stabilito anno per anno), molti pubblici esercenti saranno costretti a spegnere la radio. Oppure saranno costretti a scoprire che la musica libera di autori, produttori ed esecutori non iscritti a organismi di intermediazione non si paga. L'esperimento Filozero lo ha insegnato.



domenica, febbraio 11, 2018

SIAE vs Soundreef: "LEA è fatta da soci di Soundreef, loro avvocati e parenti"

La battaglia tra Soundreef e SIAE sta prendendo una piega tra il patetico e il surreale.

In questa intervista il direttore generale di SIAE, che rileva una forte somiglianza tra l'amministratore delegato di Soundreef e Voldemort (battute del genere si possono fare in terza elementare, in quarta già son fuori luogo), sostiene che LEA (società di collecting concorrente) è uno stratagemma, una finzione:

Lei non si chiede perché Fedez, J-Ax, Rovazzi, Gigi d’Alessio, il Maestro Ruggeri non risultano tra i soci fondatori di LEA? Dichiarano di crederci, di sostenere questa startup giovane, eccetera, ma poi non sono tra i fondatori dell’associazione di autori che rappresenta Soundreef in Italia, proprio loro che sono autori. E perché tra i soci fondatori di LEA risultano solo loro impiegati, dipendenti e loro familiari? Negli organi sociali di LEA c’è il signor Roberto D’Atri, che è un ottimo avvocato e anche il papà di Davide D’Atri; è il professionista che ha seguito l’acquisto di quote in Soundreef da parte di  VAM Investments e LVenture. Sempre in LEA c’è il figlio di Gabriele Valli che è il secondo azionista privato di Soundreef, che non c’entra nulla con il diritto d’autore. C’è Francesco Ventura, anni 75, ex-dirigente dello Stato, anch’esso che non c’entra nulla con il diritto d’autore.

E ancora:

Il terzo membro del consiglio di amministrazione di LEA è Claudio Mancini. Sa chi è Claudio Mancini? Basta cercare su Internet: al di là di qualche imprevisto giudiziario, che sicuramente chiarirà, emerge che fa parte della direzione nazionale del PD e Internet dice che è l’uomo forte del Presidente Orfini nel Lazio. Perché mettono un politico nel consiglio di amministrazione?

Ma la replica di D'Atri è composta, tranquilla, quella di chi sa il fatto suo e mantiene un assoluto self control:

Mi pare chiaro che i soggetti che hanno fondato LEA conoscessero molto bene l’esperienza Soundreef. E proprio perché conoscevano bene l’esperienza Soundreef, gli è venuto in mente di fare quello che hanno fatto. Certo è che se noi dobbiamo affidare qualche milione di euro di raccolta ad un’associazione appena nata, quell’associazione ci deve dare le massime garanzie e godere della nostra piena fiducia. Quindi non ci vedo nulla di strano nel fatto che ci siano persone vicine a Soundreef negli organi sociali di LEA, anzi direi che è anche un modo di essere trasparenti: non è che LEA non avrebbe potuto reclutare dei consiglieri senza alcuna vicinanza evidente con Soundreef

Come finirà questa guerra non lo so, ma giunti a questo punto non mi interessa più.
Buoni profitti a tutti, belli e brutti.

sabato, novembre 05, 2016

Corte Ue: hyperlinks leciti ma a certe condizioni

Dal comunicato stampa n. 92/16 della Corte di giustizia dell'Unione europea relativo alla sentenza nella causa C-160/15.

Il collocamento su un sito Internet di un collegamento ipertestuale verso opere protette dal diritto d'autore e pubblicate senza l'autorizzazione dell'autore su un altro sito Internet non costituisce una «comunicazione al pubblico» quando la persona che colloca detto link agisca senza fini di lucro e senza essere al corrente dell'illegittimità della pubblicazione di dette opere. Se invece tali collegamenti ipertestuali sono forniti a fini di lucro, la conoscenza dell'illegittimità della pubblicazione sull'altro sito Internet deve essere presunta. [...] Qualora sia accertato che detta persona era al corrente, od era tenuta ad esserlo, del fatto che il link da essa collocato forniva l'accesso a un'opera illegittimamente pubblicata, ad esempio perché ne era stata avvertita dai titolari del diritto d'autore, la messa a disposizione di detto collegamento costituisce una «comunicazione al pubblico».

mercoledì, ottobre 29, 2014

Soundreef vs SIAE: nessuna vittoria perché non c'è stata partita

Soundreef vs SIAE, nessuna vittoria perché non c'è stata partita: questo è quanto si evince dal comunicato che il Direttore Generale di SIAEGaetano Blandini, ha affidato ad AdnKronos.

Negli ultimi giorni è circolata molto diffusamente sul web la notizia della sconfitta del monopolio SIAE in nome della libera concorrenza che la normativa europea tenderebbe ad attuare sul mercato.

Ma dalle parole del suddetto Direttore sembrerebbe doversi affermare il contrario.

Passiamo quindi in rassegna le parole del Blandini e poniamoci qualche doveroso interrogativo:

Con riguardo all'operazione mediatica intrapresa da e su Soundreef Limited e relativa alla strumentalizzazione di una ordinanza del Tribunale di Milano (che peraltro non riguarda Siae che non era parte del giudizio), Siae stessa ritiene utile chiarire alcuni aspetti fondamentali. Il primo: l'ordinanza sopra citata è stata emessa in ragione della espressa circostanza che Soundreef ‘sostiene di non svolgere in Italia alcuna attività di intermediazione’.

Scusate, ma allora di cosa stiamo parlando? Se SIAE non era parte in causa e Soundreef ha sin da subito dichiarato di non svolgere in Italia alcuna attività di intermediazione, perché dovremmo parlare di una crepa nel monopolio SIAE? È come esultare per avere vinto una partita che non è mai stata giocata. Il Blandini riduce il tutto ad una mera strumentalizzazione a scopi pubblicitari e sensazionalistici.

Il secondo: ove non fosse vero il presupposto indicato dall'ordinanza, l'operato di Soundreef risulterebbe per certo illegittimo anche alla luce della Direttiva 2014/26/UE.

Ma come? Su Internet troviamo articoli su articoli che parlano di un collasso della "cattiva" legge italiana innanzi alla "buona" normativa europea, e il Direttore Generale di SIAE se ne viene fuori con questa notizia?

Il terzo: la direttiva non vieta in alcun modo né è incompatibile con il ruolo esclusivista della Siae; quest'ultima, pertanto, resta ferma nello svolgimento delle attività affidatele dalla vigente legge sul diritto d'autore.

Si resta veramente basiti e rattristati.

Il quarto: secondo la Direttiva gli ‘organismi’ deputati alle attività di raccolta (preso gli utenti) e ripartizione (in favore dei titolari del diritto) dei proventi derivanti dalle licenze di diritto d'autore dovranno obbligatoriamente avere la forma a ‘base associativa’ tipica proprio della Siae; non invece assetti privi di trasparenza (o peggio estero vestiti), né ancora scopo di lucro (cioè quello di procurare utili ai soci di capitale e non la ripartizione di tali utili ai titolari del diritto d’ autore).

Va bene, Blandini, abbiamo capito che Ella conosce la Direttiva de qua, ma ci sembra di scorgere delle allusioni molto pesanti: sta forse dicendo che Soundreef non sono altro che i soliti italiani furbetti e mangiaspaghetti che creano società all'estero per aggirare la legge italiana e che anziché fare i pieni interessi dei loro clienti si attaccano come delle sanguisughe ai loro compensi? Non so, se così fosse, la troverei veramente una considerazione di basso livello. Abbia pazienza, ma ci sono molti iscritti a SIAE che i compensi non li hanno percepiti mai.

Il quinto: la Direttiva  che non tende in alcun modo alla polverizzazione del diritto d'autore bensì al suo rafforzamento  si preoccupa di facilitare il mercato attraverso la regolamentazione delle licenze multiterritoriali per musica on line (rilascio di licenze che abbiano valenza in più paesi europei); attività, quest'ultima, già ampiamente avviata dalla Siae in anticipo rispetto al futuro recepimento della Direttiva.
Siae, dunque, tutelerà le proprie ragioni – e quelle dei propri associati – nei confronti di tutti quei soggetti che dovessero svolgere attività in contrasto con le attuali disposizioni di legge ovvero in contrasto con la stessa Direttiva.

Ma insomma! Qui sembra tutto capovolto, dove sta la verità? E cosa dobbiamo aspettarci adesso? Una denuncia nei confronti di chi? Di qualche società di furbetti mangiaspaghetti? Chi vivrà vedrà.

mercoledì, ottobre 01, 2014

A Firenze concerti con semplice autocertificazione (inutile)

Di Giorgi: "Mi impegno, inoltre, a far sì che nell'ambito dell’opera di semplificazione avviata dal Governo, si proceda anche alla stesura a livello nazionale di moduli, da utilizzare on line, uguali in tutto il territorio, affinché l’autocertificazione prevista rappresenti un vero snellimento amministrativo".

Siamo veramente alla frutta: si sta cercando di sfondare una porta aperta! Tutto ciò è assurdo e rende veramente molto bene il concetto di giustizia che vige nel bel paese.

Non esiste alcun obbligo da parte del non iscritto che suona la propria musica di comunicare alcunché a SIAE, perché mai dovrebbe presentare un'autocertificazione?

Le solite "autoleggi" di SIAE, le solite speculazioni della politica: nulla di nuovo sotto il sole.

sabato, marzo 01, 2014

I link ad opere liberamente accessibili non violano il copyright

Non costituisce un atto di comunicazione al pubblico la messa a disposizione su un sito Internet di collegamenti cliccabili verso opere liberamente disponibili su un altro sito Internet.

Lo ha chiarito in questa sentenza la Corte di Giustizia dell'UE.

Google ringrazia. X-)

venerdì, febbraio 07, 2014

La Stampa al tempo della crisi


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In realtà, l'art. 38 LDA diventa necessariamente un limite se ragioniamo col senno di poi, ma se ragioniamo col senno di prima, allora si scopre che uno stesso caporedattore de La Stampa, malgrado la sua volontà e le sue ripetute richieste di rilasciare i propri articoli con licenza CC, non ci è riuscito.

C'è chi imputa l'insuccesso alla crisi, che non consentirebbe di porre l'attenzione sul tema del diritto d'autore.

Tuttavia, secondo me, sarebbe meglio che La Stampa prima si chiarisse le idee sulla quantità di libertà che vuole concedere e poi passasse alla redazione di certe note legali (che a quanto pare non risentono della crisi): sarebbero certamente più comprensibili per gli utilizzatori.