giovedì, novembre 12, 2009

Perché una licenza copyleft è meglio del pubblico dominio

Su Wikipedia è scritto:
La frase tipica sulle pubblicazioni di Vaneigem è la seguente: Poiché persistiamo nella nostra inimicizia verso le regole della proprietà, ancorché intellettuale, questo testo non è sottoposto ad alcun copyright, sicché è riproducibile ovunque, anche senza citare la fonte. Anche per questo motivo è possibile scaricare integralmente diverse opere di Vaneigem da Internet, in francese o in traduzione nelle principali lingue.
Al di là del fatto che anche la donazione al pubblico dominio presuppone la titolarità di diritti esclusivi (Vaneigem decide che l'opera sarà nel pubblico dominio, dunque Vaneigem implicitamente si dichiara detentore di quegli stessi diritti esclusivi di cui non riconosce l'esistenza), le cose stanno davvero come le descrive Wikipedia? No. Proprio perché questo antesignano dell'open content ha donato i suoi libri al pubblico dominio, gli autori delle traduzioni dei suoi testi diventano titolari di diritti esclusivi sulle stesse. E non tutti i traduttori hanno lo stesso spirito libertario di Vaneigem.

Se
Raoul Vaneigem avesse rilasciato le sue opere con licenza open content con clausola copyleft, i traduttori sarebbero stati obbligati a rilasciare le opere derivate (ossia le traduzioni) sotto la stessa licenza o licenza analoga ed oggi tutti potrebbero fruire liberamente le opere di Vaineigem.

Ecco, dunque, cosa è possibile leggere, ad esempio, su una traduzione in inglese di Storia disinvolta del surrealismo: