venerdì, marzo 27, 2009

Emendamento D'alia: le sue reali conseguenze

Continuo a leggere in giro commenti sull'emendamento D'Alia e constato che chi teme la chiusura di YouTube Facebook non ha capito dove sta il vero problema.

Art. 50-bis.
(Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet)
1. Quando si procede per delitti di istigazione a delinquere o a disobbedire alle leggi, ovvero per delitti di apologia di reato, previsti dal codice penale o da altre disposizioni penali, e sussistono concreti elementi che consentano di ritenere che alcuno compia detta attività di apologia o di istigazione in via telematica sulla rete internet, il Ministro dell’interno, in seguito a comunicazione dell’autorità giudiziaria, può disporre con proprio decreto l’interruzione della attività indicata, ordinando ai fornitori di connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine.

Io qui leggo: quando sono in corso indagini per taluni delitti (mi pare superfluo precisare previsti dal codice penale o da altre disposizioni penali: se sono delitti... ) e sussistono concreti elementi (elementi concreti... astrattamente descritti) sulla base dei quali il pm e/o il gip ritengono che Mr X sta commettendo un certo reato, il pm o il gip avvisa il Ministro dell'interno, che valuta se ordinare o meno ai fornitori di connettività di impedire il perpetuarsi del crimine in oggetto attraverso un'operazione di filtraggio (filtri analoghi a quelli descritti qui).

Probabilmente, l'emendamento nasce dall'impossibilità di sottoporre a sequestro preventivo siti su server esteri e mira a rendere irraggiungibili dall'Italia i siti suddetti, così come già vengono resi irraggiungibili siti pedopornografici (o inneggianti alla pedofilia), siti di gioco d'azzardo, siti di filesharing... se avete memoria, non vi serviranno ulteriori esempi.

Portali come YouTube e Facebook non verranno chiusi: sarà sufficiente e certamente più efficace una comunicazione dell'autorità perché la pagina dell'utente Mr X o i file che ha caricato vengano rimossi (come da prassi odierna).

C'è chi ha visto nell'emendamento un equivalente della norma di cui al terzo comma dell'art. 14 del decreto legislativo 9 aprile 2003, n. 70:

Art. 14 (Responsabilità nell'attività di semplice trasporto - Mere conduit)
[...]
3. L'autorità giudiziaria o quella amministrativa avente funzioni di vigilanza può esigere anche in via d'urgenza, che il prestatore, nell'esercizio delle attività di cui al comma 2, impedisca o ponga fine alle violazioni commesse.
E' una fattispecie generica (riguarda non specificati delitti, contravvenzioni, illeciti amministrativi) recepita negli Stati dell'UE: in essa è difficile ricomprendere quella dell'art. 50-bis (rapporto genus/species), principalmente perché quest'ultimo consente all'esecutivo (non alla magistratura) di ordinare l'interruzione dell'attività criminosa.
L'art. 14 cit. si presta ad essere il "genitore" di tanti altri "fratellastri" dell'art. 50-bis, ma è meno pericoloso; ciò che deve essere sottolineato dell'emendamento D'Alia è il potere che attribuisce all'esecutivo. Ad esempio, il Ministro, membro del Governo, potrebbe
scegliere di non filtrare un sito che istiga a diffamare un membro dell'opposizione, semplicemente perché ritiene vere certe affermazioni; al contrario, potrebbe ordinare di filtrare un sito che, a suo giudizio, istiga a diffamare un membro della maggioranza).

Un membro del Governo con un ruolo così delicato dal punto di vista della giustizia penale interna non si era mai visto prima.

Morale: non sono in gioco i commentini che scrivete su questo o quel blog, ma qualcosa di molto più prezioso: la democrazia, la divisione dei poteri.

martedì, marzo 24, 2009

Luca Neri: fare soldi con il copyright in nome del no-copyright

Luca Neri ha scritto un libro che si chiama La baia dei pirati - Assalto al copyright.
Il libro è già un cult tra i "pirati", che però nulla fanno notare sul fatto che quel libro sia full-copyright e, per volontà di autore e casa editrice, non liberamente scaricabile, non condiviso se non previo pagamento.


E' una presa per il culo? Assolutamente no, è una presa per il cult.

Sul sito no-copyright.net (che sembra il sito di una community piratesca fan di Luca Neri ma che in realtà è di proprietà dello stesso Luca Neri), campeggia a caratteri cubitali "COMPRA IL LIBRO - sconto del 10% - consegna gratuita".


Viene il leggerissimo sospetto che si tratti dell'ennesima operazione commerciale travestita da "missione umanitaria" o "rivoluzione sociale" (scegliete voi).

Il fatto che nel libro confluiscano idee, cronache e filosofie ben note nel mondo delle libertà digitali, il fatto che, in altre parole, il libro sia il prodotto di un sapere collettivo maturato nelle community no-copyright, rende l'offerta non libera ancora più disgustosa.

Sabato 28 marzo Neri parteciperà alla Festa dei Pirati (tra i cui organizzatori troviamo, chissà perché, la sua casa editrice): quale migliore occasione per... promuovere un libro? :-)

Il libro vanta una rassegna spampa che tutte le associazioni festanti messe insieme non hanno mai avuto e non avranno mai (forse perché le battaglie vere sono fuori dal mercato?): ci voleva un'operazione commerciale per dare visibilità alla pirateria... o forse ci volevano i pirati per dare credibilità a un'operazione commerciale sulla pirateria.

"Happy Downloading!" scrive Luca Neri sul suo sito: e in questa frase è riassunto tutto.

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Aggiornamento delle ore 20 (circa).

Come ho precisato altrove,
scrivere un libro sulla pirateria non significa necessariamente condividere certi principi. Si può scrivere il libro e venderlo sotto full-copyright. Non c'è nulla di male. Ma se ti schieri pubblicamente a favore dei pirati, indossi le magliettine con il teschio (anche se hai una certa età) e vuoi essere coerente, allora il libro deve essere (quantomeno) scaricabile ed open.

Ma ammettiamo che l'adesione ideologica di Luca Neri al no-copyright sia un equivoco (di cui comunque Neri non sembra preoccuparsi affatto): chi l'ha generato e perché? Forse lo ha distrattamente generato la stessa persona che ha acquistato il dominio no-copyright per pubblicarvi i gridi di battaglia dei pirati e metterci accanto "COMPRA IL LIBRO!".

Comunque, l'operazione è geniale: il pirata arriva e acquista.
Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando Carlo Gubitosa scrisse Elogio della Pirateria e venne "linciato" perché il libro, pur essendo rilasciato con licenza libera, non era reperibile on-line.

Alessandro Bottoni, che ringrazio per il suo commento, scrive: il povero Joachim Feist avrebbe dovuto diventare nazista per scrivere la biografia di Hitler.

Questa osservazione stimola la mia fantasia: immagino Joachim Feist presentare il libro su Hitler indossando una maglietta con la svastica. Immagino la casa editrice di Feist organizzare la Festa dei Nazisti. Immagino Feist che acquista il dominio hihitler.net per dare voce ai nazisti. Immagino Feist che rilascia interviste ai giornali in cui dice che lo sterminio degli ebrei è stato giusto.

Immagino tutto questo e penso che, se mai fosse accaduto, nessuno avrebbe avuto dubbi sull'adesione di Feist al nazismo.

mercoledì, marzo 11, 2009

Totally free


Ecco il primo notebook totalmente free, dall'hardware al software.

Seguono le specifiche.





Components Spec notes
CPU STLS 2F(Loongson 2F) 800MHz, with integrated DDR2 controller and PCI controller
Chipset

Northbridge: integrated in CPU
Southbridge: AMD CS5536
Graphics: SMI712
Network: Rtl8139 + RTL8187B(wifi)
Camera: 300K pixel
CardReader: Realtek RTS5158E


Memory SO-DIMM DDR2
512MB/1GB
optional
Storage 160GB 2.5' HDD or 2GB/8GB SSD optional
Panel 8.9” TFT LCD
1024x600

Extension USB wifi optional
Interfaces USB2.0x3, earphone+ MIC, SDx1, RJ45x1, VGAx1, DC-inx1
Power <12watt>
Enclosure PC+ABS+IMR A/C
Size 25.5x18.8x2.5cm
Keyboard 80key 23.8cm
Weight ~1Kg Exclude external parts
OS Debian GNU/Linux + Lemote Education suites Others includes: Mandriva, Sunwah, Slackware, Gentoo etc.

domenica, marzo 01, 2009

Skype è pronta a lavorare fianco a fianco di Eurojust

Come prevedevo qui (anticipando tutte le testate che hanno dato la notizia 5 giorni dopo eh eh eh), la giusta interpretazione da attribuire alla richiesta dell'Italia di poter decriptare il traffico Skype è questa.

Stiamo parlando di criminalità organizzata, terrorismo, traffico illecito di stupecafenti, tratta di esseri umani... di questo si occupa Eurojust.

Tuttavia, se volevano fare le cose "per bene", avrebbero dovuto trattare in gran segreto...
i mafiosi sono stati avvisati con congruo anticipo e adesso utilizzeranno un altro programma!