Mi ero promesso di non tornarci sopra, ma non ho resistito: siamo giunti, come prevedibile, all'assurdo, un assurdo basato unicamente su un'irrinunciabile volontà di massimo profitto.
In questo articolo Federalberghi, tra i principali pagatori di musica d'ambiente, segnala che: In questo momento gli hotel si vedono bussare alla "reception" sia gli agenti SIAE che quelli LEA/Soundreef per tariffe cumulate ben più alte di quanto pagato alla sola SIAE (in rappresentanza di emtrambi i cataloghi) in passato.
Praticamente, finché è durato l'accordo tra SIAE e LEA/Soundreef 1+1 faceva 2 mentre ora 1+1 fa 3, 4, 5...
Quella musichetta che passa in sottofondo quanto costerà ai pubblici esercenti? Organismi di intermediazione per la riscossione dei diritti d'autore e dei diritti connessi vanno proliferando in un mercato liberalizzato e liberticida, in cui si è liberi solo di pagare due, tre, quattro volte per una stessa canzoncina: si dice infatti (ma non ne sono affatto convinto) che non sia tecnicamente possibile sapere se il brano che passa in radio appartenga a iscritti di questo o di quell'intermediario.
Se l'AGCOM non fisserà una tariffa unica, riscossa dallo Stato e poi suddivisa anno per anno in base al peso dei singoli intermediari (anch'esso stabilito anno per anno), molti pubblici esercenti saranno costretti a spegnere la radio. Oppure saranno costretti a scoprire che la musica libera di autori, produttori ed esecutori non iscritti a organismi di intermediazione non si paga. L'esperimento Filozero lo ha insegnato.
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