Immaginate un DRM di Stato, un iDRM che, in nome dell'interoperabilità, tutti i fornitori di servizi e contenuti devono utilizzare allorché decidano di utilizzare DRM. Immaginate un progetto che adotti le specifiche tecniche del Digital Media Project e immaginate che i diritti sui brevetti del DMP siano amministrati da una società torinese, la Sisvel s.p.a., per conto di una serie di multinazionali (ad esempio, i diritti sui brevetti audio MPEG vengono amministrati da Sisvel s.p.a. per conto di France Telecom, Telediffusion De France S.A., U.S. Philips Corporation, Koninklijke Philips Electronics N.V., Institut fur Rundfunktechnik GmbH, Bayerische Rundfunkwerbung GmbH).
Immaginate che tutti i fornitori suddetti debbano pagare (con licenza rilasciata da Sisvel s.p.a.) per l'utilizzo delle tecnologie coperte dai suddetti brevetti. Oppure immaginate che sia lo Stato italiano ad essere licenziatario e noi tutti i "royaltizzati".
Se riuscite ad immaginare tutto questo, allora state immaginando la proposta dmin.it by Leonardo Chiariglione (TO).
giovedì, dicembre 27, 2007
sabato, dicembre 08, 2007
Da Gennaro con furore... penalistico
ESTENSIONE DELLE SCRIMINANTI PENALISTICHE ALLA MATERIA CIVILE
Il problema riguarda la possibilità di estendere anche alla materia contrattualistica le "scriminati" penalistiche e quelle civilistiche previste dagli artt. 2044 e 2055 cc, che però riguardano ipotesi di responsabilità extracontrattuale e non contrattuale. Sull'argomento esiste una sola sentenza della Cassazione, molto risalente nel tempo (Cass. 7-2-1952 n. 287, Foro it. 1952, I, 301), sentenza subito seguita da altra pronuncia (Cass. 21-2-1953 n. 427 e 28-9-1971 n. 2660) che ha fatto marcia indietro, ritenendo che la scriminate dello stato di necessità possa applicarsi solo alla materia extracontrattuale. Nella sentenza emessa dal giudice di Siracusa Dott.ssa Simona Lo Iacono si riteneva invece applicabile la scriminante dello stato di necessità anche alle ipotesi di responsabilità contrattuale.
Il magistrato prendeva le mosse dall'unica ipotesi prevista dal codice civile a riguardo (l'art. 1448 cc che discilplina la rescissione del contratto per lesione) e da lì partiva per "forzare a fini equitativi" ma sempre nel rispetto della legge il sistema, cercando di agganciare il suo ragionamento il più possibile al dato normativo.
La grande difficoltà in diritto civile è proprio questa. La minore duttilità della materia, spesso imperniata su ipotesi tipizzate e, quindi, difficilmente scardinabili da procedimenti analogici. Poiché, però, esistono alcune "clausole aperte" sulle quali è possibile far perno e che costituiscono grandi polmoni del sistema, ci si può sempre appellare ad esse e alla ratio costituzionalistica che sottendono.
Gennaro Francione
Il problema riguarda la possibilità di estendere anche alla materia contrattualistica le "scriminati" penalistiche e quelle civilistiche previste dagli artt. 2044 e 2055 cc, che però riguardano ipotesi di responsabilità extracontrattuale e non contrattuale. Sull'argomento esiste una sola sentenza della Cassazione, molto risalente nel tempo (Cass. 7-2-1952 n. 287, Foro it. 1952, I, 301), sentenza subito seguita da altra pronuncia (Cass. 21-2-1953 n. 427 e 28-9-1971 n. 2660) che ha fatto marcia indietro, ritenendo che la scriminate dello stato di necessità possa applicarsi solo alla materia extracontrattuale. Nella sentenza emessa dal giudice di Siracusa Dott.ssa Simona Lo Iacono si riteneva invece applicabile la scriminante dello stato di necessità anche alle ipotesi di responsabilità contrattuale.
Il magistrato prendeva le mosse dall'unica ipotesi prevista dal codice civile a riguardo (l'art. 1448 cc che discilplina la rescissione del contratto per lesione) e da lì partiva per "forzare a fini equitativi" ma sempre nel rispetto della legge il sistema, cercando di agganciare il suo ragionamento il più possibile al dato normativo.
La grande difficoltà in diritto civile è proprio questa. La minore duttilità della materia, spesso imperniata su ipotesi tipizzate e, quindi, difficilmente scardinabili da procedimenti analogici. Poiché, però, esistono alcune "clausole aperte" sulle quali è possibile far perno e che costituiscono grandi polmoni del sistema, ci si può sempre appellare ad esse e alla ratio costituzionalistica che sottendono.
Gennaro Francione
Delirium drmens
Andrea mi dice che i commenti al suo articolo su PI dimostrano che le persone non hanno capito... nulla di quello che ha scritto. Effettivamente è inquietante.
Chiariglione nella sua risposta ha precisato snobisticamente che non conosce il software libero ma il software open source. Non ho resistito. :-)
Poco prima, sulla lista dmin.it, il padre dell'mp3 aveva regalato 3 perle di rara bellezza:
Purtroppo non sono in grado di dare un significato all'espressione "formato libero". Immagino che WMA non sia "libero", ma è MP3 "libero". Mi serve una definizione.
Non so bene cosa sia l'hardware libero.
Che cos'è un contenuto libero? Immagino che un contenuto protetto da copyright non lo sia, ma anche un contenuto rilasciato con licenza CC non lo è, proprio perché ha una licenza. Restano i contenuti in public domain...
Ecco il novello paladino delle libertà digitali citare 1984 di Orwell ed appellarsi a Rutelli... e dietro dietro ecco spuntare anche qualche esponente di Altroconsumo, Frontiere Digitali... in questo paese non si arriva mai da nessuna parte ma le strade giuste le sappiamo prendere. :-)
Chiariglione nella sua risposta ha precisato snobisticamente che non conosce il software libero ma il software open source. Non ho resistito. :-)
Poco prima, sulla lista dmin.it, il padre dell'mp3 aveva regalato 3 perle di rara bellezza:
Purtroppo non sono in grado di dare un significato all'espressione "formato libero". Immagino che WMA non sia "libero", ma è MP3 "libero". Mi serve una definizione.
Non so bene cosa sia l'hardware libero.
Che cos'è un contenuto libero? Immagino che un contenuto protetto da copyright non lo sia, ma anche un contenuto rilasciato con licenza CC non lo è, proprio perché ha una licenza. Restano i contenuti in public domain...
Ecco il novello paladino delle libertà digitali citare 1984 di Orwell ed appellarsi a Rutelli... e dietro dietro ecco spuntare anche qualche esponente di Altroconsumo, Frontiere Digitali... in questo paese non si arriva mai da nessuna parte ma le strade giuste le sappiamo prendere. :-)
mercoledì, dicembre 05, 2007
Silenzio, parla Cortiana (di fumo)
una politica per la conoscenza sentiamo
L'italia ha assunto un ruolo importante all'interno del forum promosso dalle nazioni unite sulla governance di internet almeno li' proponendo un processo partecipato sempre meglio che penale per la definizione di un "internet bill of rights" suona molto italiano, si capisce che abbiamo un ruolo importante. una carta dei diritti e dei doveri che armonizzi i diritti consolidati e ne definisca quelli specifici legati alla rete internet come bene comune. Tra i temi già oggi presenti nel forum onu vi sono quelli della neutralità della rete si', dell'accesso ad internet bene, della disponibilità dei suoi contenuti bene, della sicurezza e della privacy molto bene, "sicurezza" mi fa un po' tremare i polsi comunque va bene. cio' che appare chiaro al consesso multistakeholder e' mai capitato a cortiana di non pronunciare questa parola? che anima il forum onu e' che la rete e' una impresa cognitiva mi consenta... collettiva nella quale la produzione di valore richiede la condivisione di conoscenza temo che stia partendo con uno dei suoi deliri iperlinguistici multistakeholder per cui occorre che la policy pubblica e i business model delle imprese non pregiudichino la natura costitutiva della rete nell'era digitale e' partito. Equiparare questo processo alla contraffazione contraffazione? creando condizioni normative e tecnologiche per produrre scarsita' e controllo, che la malavita organizzata per prima aagira e trascura aagira e trascura? ma che dizionario usi? la mafia trascura la legge :-D, costituisce una miope riduzione a questione di ordine pubblico della questione dell'innovazione in questo nuovo secolo, in questo nuovo millennio bravo cortiana, comunicando cosi' alzi piu' barriere tu alla condivisione del pensiero che l'afasia. Lo straordinario patrimonio culturale e creativo proprio del nostro paese richiedono hai detto patrimonio, dunque devi dire "richiede", non "richiedono" una cultura politica direi piuttosto "cultura politichese" capace di cogliere a pieno le potenzialità e le opportunità dell'era digitale per definire una economia ed una società della conoscenza.
Proprio le esperienze professionali, sociali e politiche dei firmatari dell'appello si', praticamente tutti quelli di dmin.it, progetto per il drm interoperabile che non appena si e' sottoposto alla critica di giuristi con un minimo di attributi, come andrea rossato, e' stato bollato come l'equivalente del progetto del senatore fritz holling al vicepresidente rutelli costituiscono una prima conferma della possibilità di un protagonismo non velleitario dell'italia per una politica europea ed internazionale aperta e capace di futuro. c'e' di buono che rutelli non capira' una beata mazza di tutto questo :-)
martedì, dicembre 04, 2007
La situazione della copia privata non è buona
Dopo uno scambio di e-mail con Iodice ho capito che, come direbbe il molleggiato, la situazione della copia privata non è buona, anzi, è ben peggiore di quella che potevo immaginare.
L'emendamento in finanziaria, benché sospenda per 3 anni l'equo compenso per la copia privata, intende tuttavia lasciarlo vivo e vegeto sotto forma di "compensazione" alla SIAE (un compenso alla SIAE per la sospensione dell'equo compenso da intendersi, a sua volta, come nuovo equo compenso: ma non l'avevano appena sospeso?).
Se l'emendamento verrà approvato, io prevedo la situazione seguente: di fatto (a pensar male si fa peccato ma si indovina spesso, anzi, in Italia sempre) i cittadini continueranno a pagare l'equo compenso sui supporti e contemporaneamente la SIAE verrà foraggiata per 3 anni dallo Stato (pagherà anche chi i cd non sa nemmeno come sono fatti). Nel frattempo chiunque aggirerà una TPM per fare una copia digitale di ciò che ha regolarmente acquistato verrà sanzionato.
C'è di buono che la situazione generale dell'Italia non è buona: quindi avremo problemi più seri a cui pensare, malgrado Celentano dica che Prodi è sulla strada giusta.
Sono senza parole e ci resterò per un po', anche più di Celentano.
L'emendamento in finanziaria, benché sospenda per 3 anni l'equo compenso per la copia privata, intende tuttavia lasciarlo vivo e vegeto sotto forma di "compensazione" alla SIAE (un compenso alla SIAE per la sospensione dell'equo compenso da intendersi, a sua volta, come nuovo equo compenso: ma non l'avevano appena sospeso?).
Se l'emendamento verrà approvato, io prevedo la situazione seguente: di fatto (a pensar male si fa peccato ma si indovina spesso, anzi, in Italia sempre) i cittadini continueranno a pagare l'equo compenso sui supporti e contemporaneamente la SIAE verrà foraggiata per 3 anni dallo Stato (pagherà anche chi i cd non sa nemmeno come sono fatti). Nel frattempo chiunque aggirerà una TPM per fare una copia digitale di ciò che ha regolarmente acquistato verrà sanzionato.
C'è di buono che la situazione generale dell'Italia non è buona: quindi avremo problemi più seri a cui pensare, malgrado Celentano dica che Prodi è sulla strada giusta.
Sono senza parole e ci resterò per un po', anche più di Celentano.
Vogliono eliminare la copia privata?
Oggi Guido Iodice (Ufficio Stampa On. Folena) ha postato in lista no1984 l'emendamento Acerbo (legge finanziaria). In pratica vogliono eliminare l'equo compenso.
La mia risposta (che segue) è stata immediata (speriamo che serva a qualcosa).
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"la norma non contrasta con il diritto comunitario poiché la Direttiva 2001/29/CE stabilisce che il compenso è facoltà degli stati e non obbligo e, inoltre, non stabilisce da chi è dovuto l'equo compenso medesimo"
Sì, però ci si dimentica di dire che, in base alla Direttiva citata, togliere l'equo compenso significa cancellare la copia privata.
E' questo che si vuole?
Non era meglio consentire sempre, a fronte dell'equo compenso, la copia privata anche digitale, anziché mettere nell'illegalità, da un giorno all'altro, milioni di cittadini che hanno, ad esempio, in auto copie (per evitare di graffiare il supporto originale) private di cd regolarmente acquistati?
Che facciamo? Allunghiamo la lista dei fuori legge?
In base a questo emendamento, in Italia sarà come in Inghilterra e in Irlanda, dove non è previsto l'equo compenso e dove, per questo, la copia privata, anche quella analogica, è fuori legge; ma con una importante differenza: loro hanno recepito la suddetta Direttiva in modo diverso (hanno fatto una scelta precisa sin dall'inizio), chi propone l'emendamento, invece, vuole "cambiare in corsa", mettendo fuori legge, da un giorno all'altro, milioni di onesti cittadini.
Viene da fare una battuta: tolta la tassa sui masterizzatori, che cosa avremo da masterizzare se non sarà possibile fare nemmeno una copia privata di ciò che si è regolarmente acquistato?
Noi avevamo proposto all'On. Titti De Simone - l'unica parlamentare (tra l'altro del vostro partito) che, durante la scorsa legislatura si era opposta, in sede di commissione, contro un certo recepimento della Direttiva 2001/29/CE - una soluzione ben diversa.
Permettere sempre la copia privata digitale significa, infatti, eliminare de facto la funzione di TPM/DRM e acquistare una libertà all'oggi negata.
Non bisogna "cambiare in corsa" per imitare altri Paesi membri (e subirne le conseguenze), ma bisogna essere i primi in Europa ad adottare una soluzione forte (anch'essa compatibile con l'EUCD) di libertà e civiltà.
Se poi volete ridurre il costo dei cd, riducete l'iva sul prezzo del cd:
iniziativa dell'On. Poletti (anch'egli in commissione cultura).
Anche l'On. Poletti, col quale mi sono sentito molte volte telefonicamente, si è detto sempre disposto a lavorare sulla NOSTRA proposta.
Un interessamento alla NOSTRA proposta è arrivato anche dal Sen. Bulgarelli.
Quindi, spero che una buona volta chi, tra i parlamentari, è interessato alle libertà digitali (non sono molti, purtroppo, ma c'è il vantaggio che si fa prima a riunirli) si metta d'accordo per presentare un emendamento lungimirante non solo nei confronti di SIAE (per la quale si predispongono nell'emendamento tutti i "paracadute") ma anche nei confronti dei cittadini.
Mi fermo qui. Grazie per la cortese attenzione.
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La mia risposta (che segue) è stata immediata (speriamo che serva a qualcosa).
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"la norma non contrasta con il diritto comunitario poiché la Direttiva 2001/29/CE stabilisce che il compenso è facoltà degli stati e non obbligo e, inoltre, non stabilisce da chi è dovuto l'equo compenso medesimo"
Sì, però ci si dimentica di dire che, in base alla Direttiva citata, togliere l'equo compenso significa cancellare la copia privata.
E' questo che si vuole?
Non era meglio consentire sempre, a fronte dell'equo compenso, la copia privata anche digitale, anziché mettere nell'illegalità, da un giorno all'altro, milioni di cittadini che hanno, ad esempio, in auto copie (per evitare di graffiare il supporto originale) private di cd regolarmente acquistati?
Che facciamo? Allunghiamo la lista dei fuori legge?
In base a questo emendamento, in Italia sarà come in Inghilterra e in Irlanda, dove non è previsto l'equo compenso e dove, per questo, la copia privata, anche quella analogica, è fuori legge; ma con una importante differenza: loro hanno recepito la suddetta Direttiva in modo diverso (hanno fatto una scelta precisa sin dall'inizio), chi propone l'emendamento, invece, vuole "cambiare in corsa", mettendo fuori legge, da un giorno all'altro, milioni di onesti cittadini.
Viene da fare una battuta: tolta la tassa sui masterizzatori, che cosa avremo da masterizzare se non sarà possibile fare nemmeno una copia privata di ciò che si è regolarmente acquistato?
Noi avevamo proposto all'On. Titti De Simone - l'unica parlamentare (tra l'altro del vostro partito) che, durante la scorsa legislatura si era opposta, in sede di commissione, contro un certo recepimento della Direttiva 2001/29/CE - una soluzione ben diversa.
Permettere sempre la copia privata digitale significa, infatti, eliminare de facto la funzione di TPM/DRM e acquistare una libertà all'oggi negata.
Non bisogna "cambiare in corsa" per imitare altri Paesi membri (e subirne le conseguenze), ma bisogna essere i primi in Europa ad adottare una soluzione forte (anch'essa compatibile con l'EUCD) di libertà e civiltà.
Se poi volete ridurre il costo dei cd, riducete l'iva sul prezzo del cd:
iniziativa dell'On. Poletti (anch'egli in commissione cultura).
Anche l'On. Poletti, col quale mi sono sentito molte volte telefonicamente, si è detto sempre disposto a lavorare sulla NOSTRA proposta.
Un interessamento alla NOSTRA proposta è arrivato anche dal Sen. Bulgarelli.
Quindi, spero che una buona volta chi, tra i parlamentari, è interessato alle libertà digitali (non sono molti, purtroppo, ma c'è il vantaggio che si fa prima a riunirli) si metta d'accordo per presentare un emendamento lungimirante non solo nei confronti di SIAE (per la quale si predispongono nell'emendamento tutti i "paracadute") ma anche nei confronti dei cittadini.
Mi fermo qui. Grazie per la cortese attenzione.
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sabato, dicembre 01, 2007
Lo snodo della rete
E' il titolo di un libro (basato su una tesi in scienze della comunicazione), distribuito da Stampa Alternativa, in cui si introduce il lettore nel mondo della cultura libera e in cui si trovano raccolte una serie di interviste a vari personaggi del pianeta open content, tra cui una al sottoscritto (come al solito mi si attribuisce l'appartenenza a Creative Commons Italia... pazienza, a ognuno il suo fardello). A parte alcune imprecisioni quali "Movimento Copyzero" (il prezzo del successo di un progetto che è diventato più famoso dell'associazione che l'ha portato avanti) e la confusione (quella certamente più sconfortante) tra licenza copyzero, copyzero e copyzero on-line, l'intervista, che non ricordavo nemmen più di avere rilasciato, diciamo che "rimette le cose a posto". Non ho letto il resto del libro. Bella marchetta eh? :-)
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