C'è parecchia confusione in giro: gente che, seguendo le gesta di qualche personaggio eccentrico della rete ed ignorando il fatto che il termine "notizia" riguarda esclusivamente l'attività giornalistica, crede che il ddl Alfano non riguardi solo l'informazione professionale ma anche quella spontanea (come se fosse possibile mettere un bavaglio alla rete; come se il potere fosse così stupido da non capire che se censuri un blog poi troverai altri 1000 blog che parlano dei motivi per cui quel blog è stato censurato); giornalisti asserviti al potere che vogliono fare sciopero contro il ddl Alfano (è come protestare contro la propria ombra); gente che dice che battersi per un'informazione professionale non manipolata non serve a nulla mentre bisogna preoccuparci di creare informazione alternativa (come se sostituire l'informazione professionale con quella spontanea non fosse un suicidio per la stessa informazione... e ricordo di aver parlato di questo con Marco Travaglio, che la pensa come me)...
Incomincio a credere che ci meritiamo quello che abbiamo.
Siamo pecore che meritano di seguire il cane pastore.
Il 6 luglio è stata emessa una sentenza di condanna contro i 4 poliziotti che hanno barbaramente ucciso il giovane Aldovrandi: per avere voce, la madre ha dovuto aprire un blog.
Il fatto di dover ricorrere al blog non viene visto come il rimedio, spesso vano, all'effetto di un problema (ossia il controllo dell'informazione), ma quasi come il superamento del problema stesso.
Si protesta contro chi vorrebbe imbavagliare la rete, senza capire che la protesta vera dovrebbe essere rivolta verso la casta dei giornalisti.
Il ddl Alfano ha lo scopo di mettere un freno ai giornalisti fuori dal coro. Persone come l'internettiano Daniele Martinelli, il solo giornalista che sta seguendo il processo Dell'Utri.
Questa è l'informazione che il ddl Alfano vuole colpire (con particolare riguardo alla cronaca giudiziaria).
giovedì, luglio 09, 2009
domenica, luglio 05, 2009
Copyright Alliance: bambini, fate i bravi
Qui trovate un video promozionale in cui la Copyright Alliance propone di introdurre il copyright tra le materie scolastiche.
E' degno di nota perché ci fa capire che per fare un buon "lavaggio del cervello" occorre partire dai bambini: quelli che saranno i consumatori di domani, gli imprenditori di domani, gli elettori di domani.
Tutto ciò è meraviglioso: i bambini conosceranno il copyright, poi, qualche insegnante più progressista, introdurrà il tema del copyleft. Al termine della lezione, andranno a casa pieni di creativity and freedom. E giunti a casa, non prima di avere spiegato ai propri genitori che, scrivendo la lista della spesa, bisogna mettere le (R) accanto ai nomi dei prodotti, accenderanno il loro PC (regolarmente acquistato ed accompagnato da regolare licenza) e scaricheranno tutto illegalmente. Come sempre. :-)
E' degno di nota perché ci fa capire che per fare un buon "lavaggio del cervello" occorre partire dai bambini: quelli che saranno i consumatori di domani, gli imprenditori di domani, gli elettori di domani.
Tutto ciò è meraviglioso: i bambini conosceranno il copyright, poi, qualche insegnante più progressista, introdurrà il tema del copyleft. Al termine della lezione, andranno a casa pieni di creativity and freedom. E giunti a casa, non prima di avere spiegato ai propri genitori che, scrivendo la lista della spesa, bisogna mettere le (R) accanto ai nomi dei prodotti, accenderanno il loro PC (regolarmente acquistato ed accompagnato da regolare licenza) e scaricheranno tutto illegalmente. Come sempre. :-)
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