giovedì, luglio 09, 2009

Blogger imbavagliati o col bavaglino?

C'è parecchia confusione in giro: gente che, seguendo le gesta di qualche personaggio eccentrico della rete ed ignorando il fatto che il termine "notizia" riguarda esclusivamente l'attività giornalistica, crede che il ddl Alfano non riguardi solo l'informazione professionale ma anche quella spontanea (come se fosse possibile mettere un bavaglio alla rete; come se il potere fosse così stupido da non capire che se censuri un blog poi troverai altri 1000 blog che parlano dei motivi per cui quel blog è stato censurato); giornalisti asserviti al potere che vogliono fare sciopero contro il ddl Alfano (è come protestare contro la propria ombra); gente che dice che battersi per un'informazione professionale non manipolata non serve a nulla mentre bisogna preoccuparci di creare informazione alternativa (come se sostituire l'informazione professionale con quella spontanea non fosse un suicidio per la stessa informazione... e ricordo di aver parlato di questo con Marco Travaglio, che la pensa come me)...

Incomincio a credere che ci meritiamo quello che abbiamo.
Siamo pecore che meritano di seguire il cane pastore.

Il 6 luglio è stata emessa una sentenza di condanna contro i 4 poliziotti che hanno barbaramente ucciso il giovane Aldovrandi: per avere voce, la madre ha dovuto aprire un blog.

Il fatto di dover ricorrere al blog non viene visto come il rimedio, spesso vano, all'effetto di un problema (ossia il controllo dell'informazione), ma quasi come il superamento del problema stesso.

Si protesta contro chi vorrebbe imbavagliare la rete, senza capire che la protesta vera dovrebbe essere rivolta verso la casta dei giornalisti.

Il ddl Alfano ha lo scopo di mettere un freno ai giornalisti fuori dal coro. Persone come l'internettiano Daniele Martinelli, il solo giornalista che sta seguendo il processo Dell'Utri.
Questa è l'informazione che il ddl Alfano vuole colpire (con particolare riguardo alla cronaca giudiziaria).

1 commento:

paolo pieri ha detto...

Berlusconi ha capito tutto: gli italiani hanno bisogno di essere presi per il culo e di andare dietro a un capo. Non sono capaci di senso critico autonomo. Io me ne sono andato dall'Italia 10 anni fa e non ne sento assolutamente la mancanza.