Art. 161 Omessa o inidonea informativa all’interessato
1. La violazione delle disposizioni di cui all’articolo 13 è punita con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da tremila euro a diciottomila euro o, nei casi di dati sensibili o giudiziari o di trattamenti che presentano rischi specifici ai sensi dell’articolo 17 o, comunque, di maggiore rilevanza del pregiudizio per uno o più interessati, da cinquemila euro a trentamila euro. La somma può essere aumentata sino al triplo quando risulta inefficace in ragione delle condizioni economiche del contravventore.
Ciò premesso, quante PA dispongono di una modulistica contenente una informativa privacy o contenente una informativa privacy aggiornata?
Uno dei tantissimi esempi (trovato in 5 secondi): è possibile generare l'autocertificazione on-line, ma questa non conterrà alcuna informativa privacy.
Se proprio vogliamo fare un discorso serio ed approfondito sulla privacy, forse è il caso di incominciare da questi "dettagli".
giovedì, maggio 29, 2008
sabato, maggio 17, 2008
OpenPolis: il fetish della politica
Proseguiamo il nostro viaggio nel mondo della non democrazia partecipativa con OpenPolis. OpenPolis è un vero delirio: ha la pretesa di spiegarti - tramite questionario - qual'è la tua posizione politica (della serie: mi rivolgo ad altri per sapere come la penso io) senza avere prima ricevuto le risposte al questionario da parte di tutti i partiti. Tuttavia, tengono a precisare che si tratta soltanto di una approssimazione delle distanze (tra la tua posizione e quella dei partiti), non perché non hanno prima ricevuto le risposte al questionario da parte di tutti partiti, ma perché il loro algoritmo MDS (MultiDimensionalScaling) deve essere migliorato. Tengono a precisare che il questionario l'hanno inviato a tutti ma che non tutti hanno risposto o hanno inviato risposta nel tempo massimo. La domanda sorge spontanea: ma chi si credono di essere? Quale Istituto? Non capisco poi perché il piglio feticistico utilizzato nell'informare i cittadini sulle attività dei politici e sui loro discorsi non comprenda anche le notizie relative ai loro eventuali guai con la giustizia, alle loro attività extraparlamentari... se proprio vogliamo conoscere a fondo chi ci governa e farci un'idea completa sulla loro credibilità...
WikiDemocracy non è uno strumento di democrazia partecipativa
Leggo in giro che WikiDemocracy sarebbe uno strumento di democrazia partecipativa.
Del resto, WikiDemocracy è presentato come un ambiente collaborativo e democratico che non si pone contro i partiti, ma che anzi si pone l'obiettivo di aumentare la partecipazione dal basso.
Nulla in contrario, ma forse è il caso di marcare la differenza tra questo tipo di iniziative e i veri strumenti di democrazia partecipativa. Perché la democrazia partecipativa è una cosa seria e non si inventa da un giorno all'altro.
Tpici strumenti di democrazia partecipativa sono il referendum e la legge di iniziativa popolare.
Quindi stiamo parlando di strumenti:
1) tipizzati dal diritto;
2) praticabili da tutti i cittadini.
Uno strumento di democrazia partecipativa non può non avere queste caratteristiche fondamentali.
E' evidente che WikiDemocracy non ha ricevuto alcun riconoscimento da parte DEL basso (è soltanto espressione di UN basso) e - per sua natura (vive su Internet) - non può coinvolgere, nemmeno potenzialmente, tutti i cittadini.
Insomma: gli strumenti come WikiDemocracy non hanno nulla a che fare con la democrazia partecipativa.
Inoltre, è forse il caso di domandarsi se strumenti come WikiDemocracy non rappresentino - indirettamente - un pericolo per la democrazia. I politici, infatti, cercano sempre più spesso un consenso attraverso la rete (un media che sta crescendo e che deve essere preso in considerazione al pari degli altri media: media = visibilità => esisti solo se appari sui media).
Pertanto, non meraviglia vedere politici pronti a fare proprie le proposte di un "gruppo telematico" che ha una buona visibilità su Internet.
Ma il "popolo della rete" è solo una piccola parte del popolo italiano, e il DEMO o è tutto o non è DEMO in DEMOCRAZIA: e qui sorge il problema.
Internet non è un "luogo partecipativo democratico" (così lo definiscono gli autori di WikiDemocracy): è, invece, un luogo in cui singoli o gruppi possono associarsi, discutere, condividere progetti... fare politica. Ma fare politica non significa necessariamente realizzare la democrazia partecipativa.
Internet è un media e - come tale - attribuisce al "popolo della rete" un potere mediatico.
Se i politici si lasciano influenzare dal potere mediatico del "popolo della rete", è la stessa democrazia a subire un torto. Questo, ovviamente, non significa che utilizzare la rete per fare politica non sia cosa buona e giusta. Ma è certamente antidemocratico vedere, ad esempio, Beppe Grillo ricevuto a Palazzo Chigi per il semplice fatto che il suo blog è il più visitato d'Italia (se Grillo avesse ricevuto un "no grazie", troppi elettori sarebbero stati informati del fatto, e lo stesso Grillo avrebbe messo in cattiva luce, davanti a tanti elettori, il premier: dunque, meglio ricevere Grillo; non per la qualità delle sue proposte, ma per il suo potere mediatico).
E già: siamo abituati a vedere come vittime del potere mediatico altrui (Berlusconi in primis), giornalisti, comici, attori... che tutti conoscono proprio perché appaiono sui media.
Ma quanti bravi giornalisti, comici, attori... ci sono in Italia? Beh, finché continueremo ad avere questo concetto di democrazia partecipativa non lo sapremo mai.
Del resto, WikiDemocracy è presentato come un ambiente collaborativo e democratico che non si pone contro i partiti, ma che anzi si pone l'obiettivo di aumentare la partecipazione dal basso.
Nulla in contrario, ma forse è il caso di marcare la differenza tra questo tipo di iniziative e i veri strumenti di democrazia partecipativa. Perché la democrazia partecipativa è una cosa seria e non si inventa da un giorno all'altro.
Tpici strumenti di democrazia partecipativa sono il referendum e la legge di iniziativa popolare.
Quindi stiamo parlando di strumenti:
1) tipizzati dal diritto;
2) praticabili da tutti i cittadini.
Uno strumento di democrazia partecipativa non può non avere queste caratteristiche fondamentali.
E' evidente che WikiDemocracy non ha ricevuto alcun riconoscimento da parte DEL basso (è soltanto espressione di UN basso) e - per sua natura (vive su Internet) - non può coinvolgere, nemmeno potenzialmente, tutti i cittadini.
Insomma: gli strumenti come WikiDemocracy non hanno nulla a che fare con la democrazia partecipativa.
Inoltre, è forse il caso di domandarsi se strumenti come WikiDemocracy non rappresentino - indirettamente - un pericolo per la democrazia. I politici, infatti, cercano sempre più spesso un consenso attraverso la rete (un media che sta crescendo e che deve essere preso in considerazione al pari degli altri media: media = visibilità => esisti solo se appari sui media).
Pertanto, non meraviglia vedere politici pronti a fare proprie le proposte di un "gruppo telematico" che ha una buona visibilità su Internet.
Ma il "popolo della rete" è solo una piccola parte del popolo italiano, e il DEMO o è tutto o non è DEMO in DEMOCRAZIA: e qui sorge il problema.
Internet non è un "luogo partecipativo democratico" (così lo definiscono gli autori di WikiDemocracy): è, invece, un luogo in cui singoli o gruppi possono associarsi, discutere, condividere progetti... fare politica. Ma fare politica non significa necessariamente realizzare la democrazia partecipativa.
Internet è un media e - come tale - attribuisce al "popolo della rete" un potere mediatico.
Se i politici si lasciano influenzare dal potere mediatico del "popolo della rete", è la stessa democrazia a subire un torto. Questo, ovviamente, non significa che utilizzare la rete per fare politica non sia cosa buona e giusta. Ma è certamente antidemocratico vedere, ad esempio, Beppe Grillo ricevuto a Palazzo Chigi per il semplice fatto che il suo blog è il più visitato d'Italia (se Grillo avesse ricevuto un "no grazie", troppi elettori sarebbero stati informati del fatto, e lo stesso Grillo avrebbe messo in cattiva luce, davanti a tanti elettori, il premier: dunque, meglio ricevere Grillo; non per la qualità delle sue proposte, ma per il suo potere mediatico).
E già: siamo abituati a vedere come vittime del potere mediatico altrui (Berlusconi in primis), giornalisti, comici, attori... che tutti conoscono proprio perché appaiono sui media.
Ma quanti bravi giornalisti, comici, attori... ci sono in Italia? Beh, finché continueremo ad avere questo concetto di democrazia partecipativa non lo sapremo mai.
mercoledì, maggio 14, 2008
La privacy è una cosa seria
All'ennesima e-mail di Calamari sulle pagliacciate del Big Brother Award (quest'anno hanno avuto il coraggio di candidare il Partito Pirata... ) ho deciso di intervenire:
Secondo me fate un errore di fondo: il BBA dovreste farlo durante il carnevale. Anche i premi acquisterebbero un loro fascino e qualcuno verrebbe a ritirarli. Ti pongo pubblicamente un paio di domande per non restare OT: secondo te, per la privacy, è preferibile utilizzare un protocollo voip brevettato e segreto come quello di skype o uno standard (sip, ad esempio)? Altra domanda: perché tu e PI vi siete sempre ben guardati dal parlare del problema descritto, ad esempio, qui? Del resto ne ha parlato, ben prima di noi, anche l'Associazione Nazionale Radioamatori. Oh, eppure non c'è verso di fare emergere la notizia. Chissà perché. Il prossimo anno anziché vedere candidato il PP, assistere a varie pagliacciate (benché assolutamente fotogeniche televisivamente parlando) o assistere alle solite sviolinate per l'ex Garante Rodotà (che ti ricordo - visto che né tu né altri lo ricordano mai - venne ribattezzato "Garante della Telecom", per la questione relativa all'oscuramento delle ultime 3 cifre nei tabulati telefonici)... vorrei vedere affrontato un tema davvero serio come quello sopra riportato. Insomma, qualcosa che davvero rompa le scatole a quelli a cui ogni volta date i premi: magari poi vengono anche a ritirarli per controbattere.
Secondo me fate un errore di fondo: il BBA dovreste farlo durante il carnevale. Anche i premi acquisterebbero un loro fascino e qualcuno verrebbe a ritirarli. Ti pongo pubblicamente un paio di domande per non restare OT: secondo te, per la privacy, è preferibile utilizzare un protocollo voip brevettato e segreto come quello di skype o uno standard (sip, ad esempio)? Altra domanda: perché tu e PI vi siete sempre ben guardati dal parlare del problema descritto, ad esempio, qui? Del resto ne ha parlato, ben prima di noi, anche l'Associazione Nazionale Radioamatori. Oh, eppure non c'è verso di fare emergere la notizia. Chissà perché. Il prossimo anno anziché vedere candidato il PP, assistere a varie pagliacciate (benché assolutamente fotogeniche televisivamente parlando) o assistere alle solite sviolinate per l'ex Garante Rodotà (che ti ricordo - visto che né tu né altri lo ricordano mai - venne ribattezzato "Garante della Telecom", per la questione relativa all'oscuramento delle ultime 3 cifre nei tabulati telefonici)... vorrei vedere affrontato un tema davvero serio come quello sopra riportato. Insomma, qualcosa che davvero rompa le scatole a quelli a cui ogni volta date i premi: magari poi vengono anche a ritirarli per controbattere.
lunedì, maggio 05, 2008
Il bollino "intelligente"
Un'immagine analoga a questa l'avete già vista sulle bollette telefoniche.
Che cos'è? E' un codice bidimensionale DataMatrix, ossia una sorta di "database portatile" che può contenere molte informazioni in uno spazio molto piccolo.
Esistono programmi che permettono ai telefonini e ai palmari muniti di videocamera di leggere queste informazioni.
Ecco un bollino "intelligente" da applicare, ad esempio, sui cd contenenti le vostre produzioni artistiche: al fruitore basterà un click per visualizzare la licenza con cui avete rilasciato la vostra opera, per visitare il vostro sito, per telefonarvi, per contattarvi via e-mail o sms, per leggere il vostro curriculum, per localizzare la vostra posizione... insomma, il DataMatrix rappresenta per me un punto di collegamento molto interessante tra analogico e digitale.
A presto, caro DataMatrix. ;-)
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