martedì, dicembre 23, 2008

Alcune riflessioni sulle licenze Creative Commons e i diritti connessi

Stavo leggendo questo e riflettevo sull'opportunità di chiedersi, preliminarmente, se la concessione in licenza riguardi il corpus mysticum o il corpus mechanicum. Bianco o nero? La domanda non mi pare adeguata perché, quando si parla di licenze, prevale un grigio consistente nel fatto che mentre il corpus mysticum è sempre oggetto della licenza, il corpus mechanicum lo è soltanto eventualmente.
In altre parole, una licenza può riguardare entrambi: il corpus mysticum (ossia il bene immateriale opera) ed eventualmente una sua particolare rappresentazione (cui può riferirsi un numero indeterminato di esemplari... a mio avviso è fondamentale non identificare il corpus mechanicum con l'esemplare).

L'autore esercita i diritti sull'opera, mentre i titolari dei diritti connessi esercitano i diritti sulla rappresentazione dell'opera (ad esempio, la registrazione di un brano musicale).
Ambedue le categorie esercitano diritti sugli esemplari dell'opera (il vero e proprio supporto: vedi misure tecnologiche di protezione).

Riepilogando:
- l'opera è, ad esempio, lo spartito musicale (che non è carta ma linguaggio, puro pensiero: corpus mysticum);
- la rappresentazione dell'opera è, ad esempio, l'esecuzione (umana) dello spartito di cui sopra (che è materia: una sequenza di onde sinusoidali);
- l'esemplare dell'opera è il supporto su cui la rappresentazione della stessa è fissata (il file, il cd... ).

Se si imposta il discorso così, secondo me diventa tutto più lineare e comprensibile.
E si aprono anche affascinanti scenari sull'interpretazione della "terza dimensione" delle opere dell'ingegno, le immagini: se un'immagine è riproducibile con un computer - e certamente lo è - allora significa che esiste un pensiero "immaginifico" in cui il corpus mysticum trova la sua consistenza.

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