venerdì, febbraio 24, 2006

Gli apostoli grilliani


Luca Castelli scrive su La Stampa un articolo su Grillo (ne riporto qualche stralcio e poi chiudo l'argomento Grillo):

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Il 17 febbraio è stata la volta di Google e della Cina. Il comico genovese ha accusato Google di averlo censurato sulla versione cinese del motore di ricerca, portando come testimonianza una schermata del servizio Google Images in cui non comparivano più le sue foto. Anche in questo caso, subito è scattata la verifica del popolo dei blog. E si è scoperto che Grillo aveva effettuato la sua ricerca solo sui siti cinesi, dove è abbastanza plausibile che non esistano sue foto. “La censura sta nell’incapacità di Grillo di usare bene i motori di ricerca”, si leggeva già il 18 febbraio su La Rivoluzione, uno dei primi blog a svelare l’arcano.

E’ Internet, bellezza. Un mezzo di comunicazione dove è relativamente facile diventare famosi, ma lo è ancora di più trasformarsi in un bersaglio. Da quando ha aperto il suo blog, Grillo è rapidamente asceso al ruolo di nuovo guru del Web. I suoi messaggi vengono copiati e ridistribuiti tramite email e gruppi di apostoli grilliani si sono formati in decine di città italiane (ma anche in Francia, Svizzera, Lussemburgo, a New York e persino alle Maldive).

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Facendo le debite distinzioni, Beppe Grillo è diventato un po’ la Britney Spears dei blogger politici. Molti occhi e molti mouse sono puntati su di lui, spesso con intenti e posizioni radicali. Da un lato ci sono i sostenitori, che per comportamento e culto della persona, assomigliano sempre più ai fan di una popstar. Dall’altro, i detrattori, che un po’ per invidia, un po’ per sfizio, un po’ per raggranellare quindici secondi di visibilità online, passano ai raggi X i messaggi del comico pronti a correggere rumorosamente anche il minimo refuso.

In mezzo, c’è forse quello che potrebbe diventare il cittadino ideale della Rete. Colui che consulta diversi siti quotidianamente, si informa con regolarità e – soprattutto – è consapevole del fatto che nel grande gioco dell’informazione su Internet non si è più obbligati a stare zitti e ascoltare, ma si può anche partecipare: esprimere la propria opinione, commentare le notizie, correggere gli errori.

I blog, i forum e i newsgroup facilitano la nascita di nuovi maitre à penser, ma svolgono egregiamente anche la funzione di cani da guardia: 24 ore su 24, 7 giorni su 7, senza guardare in faccia a nessuno. E' il lato puramente democratico del Web, quella libertà di espressione e di partecipazione che lo stesso Grillo ha elogiato più volte nei suoi messaggi e con la quale si dovrà confrontare chiunque intenda entrare nell'arena dell'informazione telematica (giornali e "vecchi" media inclusi).

Gli apostoli grilliani: una definizione perfetta.
Grillo, infatti, non instaura rapporti collaborativi o pseudocollaborativi se non con due tipologie di persone: quelli famosi (e infatti non perde mai l'occasione per dire che era a cena con questo o quel personaggio: questo serve a rafforzare la sua credibilità) e quelli che gli daranno sempre ragione (gente comune e senza una competenza specialistica, che non metteranno mai in discussione quello che lui dice, anche se si trattasse di palesi... ne è venuto qualcuno anche qui).
Così Grillo ha fondato la sua chiesa e gira di parrocchia in parrocchia (o forse è andato soltanto una volta alla parrocchia di Roma: vedi foto), noncurante di quelle comunità della rete che gli chiedono aiuto per ottenere maggiore visibilità (ma come fa un autoidolatra a dare maggiore visibilità agli altri?).
Non mi interessano le critiche alla Portento o alla Mantellini (guardate i loro blog, se vi piace il pettegolezzo), preferisco la battaglia contro l'ipocrisia, contro la manipolazione populista e demagogica (da qualsiasi parte politica o pseudononpolitica essa provenga) .

Per questo e soltanto per questo ho deciso di parlare di Grillo (come di tanti altri personaggi): questo blog sta in quel "mezzo" di cui parla Castelli.

E non è un caso che il primo post di questo blog è stato proprio un omaggio al satiro più famoso d'Italia (ma non certamente della Cina) e alle sue contraddizioni, inevitabilmente strappa risate.

E visto che parliamo di risate, segnalo la parodia di Grillo (Sergio Friscia) nella trasmissione Tintoria (Rai Tre): bellissima, ha davvero colto nel segno! :-)

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