Soundreef vs SIAE, nessuna vittoria perché non c'è stata partita: questo è quanto si evince dal comunicato che il
Direttore Generale di SIAE,
Gaetano Blandini, ha affidato ad
AdnKronos.
Negli ultimi giorni è circolata molto diffusamente sul web la notizia della sconfitta del monopolio
SIAE in nome della libera concorrenza che la normativa europea tenderebbe ad attuare sul mercato.
Ma dalle parole del suddetto Direttore sembrerebbe doversi affermare il contrario.
Passiamo quindi in rassegna le parole del Blandini e poniamoci qualche doveroso interrogativo:
Con riguardo all'operazione mediatica intrapresa da e su Soundreef Limited e relativa alla strumentalizzazione di una ordinanza del Tribunale di Milano (che peraltro non riguarda Siae che non era parte del giudizio), Siae stessa ritiene utile chiarire alcuni aspetti fondamentali. Il primo: l'ordinanza sopra citata è stata emessa in ragione della espressa circostanza che Soundreef ‘sostiene di non svolgere in Italia alcuna attività di intermediazione’.
Scusate, ma allora di cosa stiamo parlando? Se
SIAE non era parte in causa e
Soundreef ha sin da subito dichiarato di non svolgere in Italia alcuna attività di intermediazione, perché dovremmo parlare di una crepa nel monopolio
SIAE? È come esultare per avere vinto una partita che non è mai stata giocata. Il Blandini riduce il tutto ad una mera strumentalizzazione a scopi pubblicitari e sensazionalistici.
Il secondo: ove non fosse vero il presupposto indicato dall'ordinanza, l'operato di Soundreef risulterebbe per certo illegittimo anche alla luce della Direttiva 2014/26/UE.
Ma come? Su Internet troviamo articoli su articoli che parlano di un collasso della "cattiva" legge italiana innanzi alla "buona" normativa europea, e il Direttore Generale di
SIAE se ne viene fuori con questa notizia?
Il terzo: la direttiva non vieta in alcun modo né è incompatibile con il ruolo esclusivista della Siae; quest'ultima, pertanto, resta ferma nello svolgimento delle attività affidatele dalla vigente legge sul diritto d'autore.
Si resta veramente basiti e rattristati.
Il quarto: secondo la Direttiva gli ‘organismi’ deputati alle attività di raccolta (preso gli utenti) e ripartizione (in favore dei titolari del diritto) dei proventi derivanti dalle licenze di diritto d'autore dovranno obbligatoriamente avere la forma a ‘base associativa’ tipica proprio della Siae; non invece assetti privi di trasparenza (o peggio estero vestiti), né ancora scopo di lucro (cioè quello di procurare utili ai soci di capitale e non la ripartizione di tali utili ai titolari del diritto d’ autore).
Va bene, Blandini, abbiamo capito che Ella conosce la Direttiva de qua, ma ci sembra di scorgere delle allusioni molto pesanti: sta forse dicendo che
Soundreef non
sono altro che i soliti italiani furbetti e mangiaspaghetti che creano società all'estero per aggirare la legge italiana e che anziché fare i pieni interessi dei loro clienti si attaccano come delle sanguisughe ai loro compensi? Non so, se così fosse, la troverei veramente una considerazione di basso livello. Abbia pazienza, ma ci sono molti iscritti a
SIAE che i compensi non li hanno percepiti mai.
Il quinto: la Direttiva – che non tende in alcun modo alla polverizzazione del diritto d'autore bensì al suo rafforzamento – si preoccupa di facilitare il mercato attraverso la regolamentazione delle licenze multiterritoriali per musica on line (rilascio di licenze che abbiano valenza in più paesi europei); attività, quest'ultima, già ampiamente avviata dalla Siae in anticipo rispetto al futuro recepimento della Direttiva.
Siae, dunque, tutelerà le proprie ragioni – e quelle dei propri associati – nei confronti di tutti quei soggetti che dovessero svolgere attività in contrasto con le attuali disposizioni di legge ovvero in contrasto con la stessa Direttiva.
Ma insomma! Qui sembra tutto capovolto, dove sta la verità? E cosa dobbiamo aspettarci adesso? Una denuncia nei confronti di chi? Di qualche società di furbetti mangiaspaghetti? Chi vivrà vedrà.